A che santo votarci

Pubblicato il 18 Settembre 2016 alle 14:01 1 Commento

di  Laura Baldini

Oggi è il 30 settembre, Giornata Mondiale della Traduzione, nata nel 1991 su iniziativa della International Federation of Translators. La data non è casuale: in questo giorno infatti si festeggia San Girolamo, santo protettore dei traduttori.

San Girolamo fu un grande erudito e un traduttore di fondamentale importanza nella storia della traduzione: nel 383 d.C., per ordine di Papa Damaso I, tradusse la Bibbia in latino dall’antica versione greca ed ebraica. La versione di San Girolamo passò alla storia con il nome di Vulgata, sia per lo stile volutamente non retorico e quindi più adatto al popolo, sia perché ebbe una grandissima diffusione e fu la base per molte delle successive traduzioni della Bibbia, fino al XX secolo.

Oltre al merito di aver realizzato questa celebre traduzione biblica, San Girolamo è considerato anche il primo vero “traduttologo” in quanto, non essendo la sua traduzione letterale come quella dei suoi predecessori, scrisse un trattato a sostegno della sua opera.

Il suo contributo rimarrà per sempre ineguagliabile forse, e soprattutto, proprio per la sua decisione di difendere strenuamente le scelte che aveva operato nel suo lavoro. In una delle sue epistole, San Girolamo rivendicò infatti il diritto di tradurre seguendo il significato complessivo del testo (ad sensum) e non la lettera (verbum ex verbo exprimere), dando inizio a un complesso dibattito che, ad oggi, non si è ancora esaurito. Vale la pena leggere un piccolo passo dell’epistola in cui “giustifica” il suo procedere: «Io, infatti, non solo ammetto, ma proclamo liberamente che nel tradurre i testi greci, a parte le Sacre Scritture, dove anche l’ordine delle parole è un mistero, non rendo la parola con la parola, ma il senso con il senso. Ho come maestro di questo procedimento Cicerone, che tradusse il Protagora di Platone, l’Economico di Senofonte e le due bellissime orazioni che Eschine e Demostene scrissero l’uno contro l’altro […]. Anche Orazio poi, uomo acuto e dotto, nell’Ars poetica dà questi stessi precetti al traduttore colto: “Non ti curerai di rendere parola per parola, come un traduttore fedele” » (Epistulae 57, 5).

Le sue considerazioni risultano a mio parere di grande importanza e attualissime: la caparbietà e la consapevolezza nel difendere le scelte che facciamo nel tradurre sono un aspetto fondamentale del nostro lavoro.

Quindi, sempre grati a San Girolamo, facciamo gli auguri a tutti i colleghi traduttori, anche e soprattutto a quelli invisibili (e non per colpa loro), a quelli mal pagati, a quelli a cui viene chiesto “sì, ma di lavoro che fai?”, a quelli che vengono criticati da qualcuno che magari non conosce neanche le lingua in questione… ma d’altra parte qualcosa bisogna pur dire, a quelli che “…ma non c’è Google Translate?!”, a quelli entusiasti che iniziano ora, a quelli scoraggiati, a tutti e tutte coloro che hanno scelto con passione questo meraviglioso lavoro!

  1. Martina ha detto:

    Grazie Sabrina, per queste parole! Io, traduttrice di lunga data, che per “formazione religiosa” non aveva alcun rapporto con i santi, San Girolamo ora lo vedo in una veste del tutto diversa, ma più che mai attuale..


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