Specimen. The Babel Review of Translations | STL intervista Nausikaa Angelotti

Pubblicato il 14 Dicembre 2017 alle 8:48 0 Commenti

di Chiara Rizzo

Nel settore della traduzione letteraria ha recentemente visto la luce un nuovo, interessantissimo progetto. Si tratta della rivista Specimen. The Babel Review of Translations, un magazine online multilingue, collettore di testi fra i più diversi per impostazione e argomento (analisi letterarie, racconti, reportage, traduzioni di traduzioni…) che possono essere pubblicati in qualsiasi lingua e qualsiasi alfabeto, e a loro volta essere tradotti in qualsiasi altra lingua o alfabeto.

Il marchio di fabbrica della rivista è garanzia di qualità nel mondo dell’editoria libraria, trattandosi di una creatura nata da Babel, il festival della traduzione di Bellinzona che dal 2006, ogni anno, esplora le infinite potenzialità dell’ibridazione e dello scambio fra le culture attraverso la viva voce di scrittori e traduttori a confronto. Una rivista con un’impostazione profondamente asistematica, in cui i testi sono organizzati appunto come tanti “specimen” (non più tipografici, ma concettuali) di caratteri e pesi diversi, impostabile e personalizzabile dal lettore anche a livello grafico a seconda delle sue inclinazioni e preferenze, che sperimenta la logica del “meticciato” anche a livello delle piattaforme e dei canali di comunicazione social cui si appoggia (“Specimen” ha infatti anche una pagina Facebook e un profilo Twitter, una newsletter mensile e un blog, Specimen Types).

Abbiamo intervistato Nausikaa Angelotti, Direttrice operativa di Babel fra i fondatori e membri del comitato di redazione della rivista, che ci ha svelato un po’ dell’origine e del dietro le quinte di questo progetto versatile, che coniuga le sensibilità tipografiche proprie dell’editoria cartacea con le innumerevoli potenzialità del web e del digitale.

Come è nata l’idea di “Specimen”?

È stata la risposta a una serie di esigenze. Volevamo creare una rivista letteraria capace di sfruttare le opportunità del Web, ma senza rinunciare alla cura per tutti quegli aspetti grafici ed editoriali garantita nelle edizioni cartacee di pregio; volevamo concentrarci sulla traduzione, in uno spazio senza confini pronto ad accogliere ogni lingua e ogni alfabeto; volevamo continuare a collaborare con la rete di amici e professionisti incontrati in tanti anni di attività del festival Babel. Dall’idea alla pratica è passato un po’ di tempo e anche una volta arrivati alla pratica, il processo di perfezionamento, tuttora in corso, ha implicato alcune false partenze e ha richiesto altro tempo. Siamo riusciti a non farci fagocitare dalla rete e ci siamo dati quel tempo.

Che genere di testi raccoglie la rivista? Sono tutti inediti o anche già pubblicati? In base a quali criteri li scegliete?

Poesia, narrativa, saggistica, reportage; testi su commissione, inediti di autori, famosi o emergenti, novità in uscita, classici da riscoprire, nuove traduzioni o ritraduzioni. Ci interessano particolarmente i testi in cui la lingua diventa protagonista o che riflettono sul linguaggio e sulla traduzione e ci appassionano gli incroci linguistici; per questo abbiamo chiesto ad autori che hanno deciso di non scrivere nella loro lingua madre, come Xiaolu Guo, Levan Berdzenishvili e Saleh Addonia, di scrivere dei testi e poi di auto-tradursi, o commissionato contributi ad autori che “vivono” una seconda lingua, come Aleksandar Hemon, Chloe Aridjis, Ruska Jorjoliani, Dana Grigorcea. Molti testi nascono dall’incontro con altri testi o da incontri personali in occasioni di presentazioni e fiere. Tutti i brani sono letti e selezionati dalla redazione, composta da autori che provengono da diverse parti del mondo e che vengono interpellati di volta in volta a seconda della lingua del testo di riferimento. E su Specimen i testi non si esauriscono mai. Ogni traduzione contribuisce infatti ad arricchire uno stesso brano, facendo luce su aspetti sempre nuovi, aggiungendo ogni volta una nuova lettura dell’originale.

Come si fa a partecipare al progetto? Possono candidarsi anche aspiranti scrittori/traduttori o è indispensabile un’esperienza consolidata nel settore dell’editoria libraria?

Molti dei testi che abbiamo pubblicato finora sono di scrittori e traduttori con cui abbiamo collaborato in passato e che a loro volta ci hanno proposto contenuti di altri autori in altre lingue e traduzioni. Ma accettiamo anche proposte spontanee, specialmente nelle combinazioni linguistiche meno usuali. Basta mandarci un estratto del testo che si intende proporre assieme alle informazioni sul brano, inclusi i dati sulla situazione diritti per le lingue proposte. I dati per contattarci sono sul sito www.specimen.press.

Per finanziare il progetto vi siete affidati a una campagna di crowdfunding. Come mai avete scelto questa formula e com’è andata? Secondo alcuni il crowdfunding è un po’ il futuro per quanto riguarda le modalità di finanziamento di progetti in ambito culturale, e in molti casi ha rappresentato e rappresenta un vero e proprio volano e trampolino di lancio per alcune iniziative (pensiamo al caso del controverso Storie della buonanotte per bambine ribelli, partito come progetto di crowdfunding di due creative, diventato un caso letterario e approdato addirittura fra i tipi di Mondadori). Che ne pensate?

Sì, i finanziamenti che ci hanno permesso di partire provengono da diverse fonti, dal sostegno di partner e donatori privati ai frutti di una ricerca fondi condotta a livello nazionale e internazionale. Tra le varie iniziative, abbiamo appunto anche lanciato una campagna di crowdfunding. La campagna è stata sostenuta e seguita da chi ha creduto in noi e nel progetto e ci è servita anche come strumento per fare conoscere la rivista quindi sì, direi che è stata una scelta positiva.

Quali sono i vostri progetti per il futuro? Come intendete sviluppare l’attività della rivista e in che modo pensate di ottimizzare e sfruttare la sinergia con l’evento “fisico” Babel?

Continuiamo a pubblicare a ritmo costante, con uscite settimanali e una newsletter mensile che raccoglie le pubblicazioni del mese. A oggi nella rivista figurano circa trenta lingue, un numero destinato a crescere. Cerchiamo di incontrare professionisti e lettori partecipando a fiere e festival, come è già successo a Pisa, Mosca, Ramallah e Londra. Il legame con Babel è e resta molto forte. Il lancio della rivista è avvenuto in due fasi, a Londra e a Bellinzona, in entrambi i casi nella cornice di Babel, e alcuni dei contenuti pubblicati sul sito vengono scritti appositamente per noi dagli autori che di volta in volta partecipano al festival. In un certo senso la pratica dell’ospitalità linguistica, elemento fondante del Festival Babel, viene portata all’estremo sulla piattaforma Specimen dove, attraverso la traduzione, il dialogo tra le lingue si moltiplica, superando i confini per raccontare il mondo.


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