Adelante con juicio
Pubblicato il 24 Maggio 2016 alle 8:33 0 Commenti
di Laura Baldini
Dopo due anni di progettazione, la ‘Waverly Labs‘ sta per lanciare la campagna di crowdfunding per realizzare ‘Pilot‘, un piccolissimo auricolare da mettere all’interno dell’orecchio che permette a chi lo indossa di avere una traduzione simultanea delle parole di un interlocutore che parli una lingua diversa. Il dispositivo potrebbe essere disponibile sul mercato già dal 2017 al costo di 299 dollari.
Sicuramente si tratta di una tecnologia rivoluzionaria e, senza dubbio, utilissima: un auricolare wireless ed ergonomico, che unisce il mondo degli apparecchi wearable con quello dei traduttori automatici, connessione ancora piuttosto deficitaria nell’uso simultaneo.
Personalmente sono sempre ben disposta di fronte alla tecnologia e al progresso che ci viene incontro semplificandoci la vita; un dubbio però, in questo caso, ce l’ho: riusciremo a far buon uso di ‘Pilot’? Mi spiego meglio: il mio timore è che questa nuova invenzione induca una pericolosa sorta di pigrizia collettiva, spinga cioè alla convinzione che lo studio delle lingue divenga cosa inutile e desueta. Sarò pessimista, ma già mi risuonano nelle orecchie le voci degli studenti che, di fronte a difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere, se ne potranno uscire con osservazioni del tipo “Ma perché mi dovrei dannare l’anima a studiare un’altra lingua, se con meno di 300 euro posso avere ‘Pilot’ che mi risolve tutti i problemi?”
“A World Without Language Barrier” recita lo spot realizzato per promuoverlo: efficace, sicuramente, ma fuorviante e non realistico. Le barriere non si possono, purtroppo, abbattere con una app, neanche quelle linguistiche che, come il termine stesso suggerisce, sono ostacoli che impediscono di comprendere le parole, le frasi che si leggono o si ascoltano e spesso anche le persone che le pronunciano. Certo, Pilot potrà aiutare a intendere una frase, un’indicazione, ma per abbattere le barriere è necessario capire le persone e la loro cultura. Lo studio delle lingue continuerà, quindi, a essere essenziale per sapere perché quel popolo usa una data parola per definire un dato oggetto o sentimento, per conoscere l’etimologia di un certo termine, da dove deriva, e poter così imparare qualcosa in più sulla storia e sulle tradizioni dei popoli. Solo con la curiosità, strumento essenziale per conoscere e condividere, sarà possibile abbattere i muri o, addirittura, evitare che si costruiscano.
Quindi, benissimo guardare avanti ed entusiasmarsi di fronte alle nuove tecnologie, ma come disse il gran cancelliere Ferrer ne I Promessi Sposi rivolgendosi al suo cocchiere mentre tentava di farsi largo tra la folla di Milano in tumulto: “Adelante con juicio”.
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