CHI È TRADUTTORE ALZI LA MANO – LA STORIA DI DANIELA ZAMBRINI

Pubblicato il 5 Ottobre 2015 alle 9:16 2 Commenti

Chi è traduttore alzi la mano – Storie di una professione.

Cominciò tutto per caso… | di Daniela Zambrini

Se ripenso a come ho iniziato mi vengono i brividi! Sono stata fortunata, ma anche irresponsabilmente ingenua e tenace.

Oltre 20 anni fa (forse 25?) una vicina di casa, docente di Diritto Internazionale dello Spazio all’Università la Sapienza di Roma, sapendo che ero cresciuta in una famiglia italo-irlandese e che avevo una laurea in Lingue straniere mi chiese di tradurre dall’italiano all’inglese una sua relazione per gli atti di un convegno a cui avrebbe partecipato. Non solo l’ho tradotto, l’ho anche letto e registrato su un’audiocassetta (in modo che lei potesse, per quanto possibile, ascoltarlo all’infinto e mitigare il suo forte accento partenopeo durante la lettura dal vivo)!

Ripensandoci, il contenuto era assolutamente al di fuori della mia portata (“Legal Status of the Crew of the International Space Station”), eppure all’epoca, senza internet, senza PC (tutto tradotto a mano libera e poi trascritto usando un vecchio word-processor con video monocromatico a fosfori verdi e svariati floppy disk da 5,25 pollici), senza correttore ortografico, né glossari o CAT, armata di un paio di dizionari neanche troppo specialistici, ho partorito la mia prima traduzione. Con tanto di pagamento immediato a ventimila lire a cartella. In proporzione alle tariffe odierne era veramente un’enormità! E ho continuato a tradurre i suoi articoli per il Journal of Space Law e per i convegni sul tema per diversi anni.

Grazie a questa collaborazione ho iniziato a lavorare con il Servizio Sociale Internazionale, un ente della Croce Rossa Internazionale che si occupa di adozioni, traducendo dall’italiano all’inglese le relazioni di idoneità sulle coppie che desideravano adottare bambini in India e in Sri Lanka. Ogni settimana prendevo la metropolitana fino al centro di Roma per consegnare (a mano!) le traduzioni stampate dalla mia modernissima stampante ad aghi e ritirare i nuovi documenti per la settimana successiva. Quante storie bellissime e sofferte di famiglie e bambini ho letto e condiviso. Quanti viaggi ho fatto con le preziose mie cartelline di documenti freschi di stampa sotto braccio (ancora niente internet)! E’ stato quello il momento in cui ho capito che dovevo investire in tecnologia, risorse e formazione. Ho preso coscienza del fatto che avere la fortuna di essere cresciuta in una famiglia bilingue fosse sì un vantaggio, ma non necessariamente una garanzia di qualità.

Da lì ho preso il via. Negli anni, grazie anche a un incontro fortunato con una traduttrice bravissima e generosissima che è stata il mio mentore, ho affinato le mie competenze, sono stata molto attiva nella community di ProZ.com, mi sono rimessa a studiare, ho partecipato a corsi, seminari, master, ho organizzato conferenze per traduttori, ho arricchito il mio portafoglio clienti, ecc. Soprattutto ho investito tempo e risorse nella formazione continua. Non ho ancora smesso di imparare.

Poi, due anni fa, quasi come a chiudere il cerchio che era iniziato del tutto casualmente tra le stelle, mi sono appassionata all’Aerospace and Defence Simplified Technical English, il linguaggio controllato utilizzato nell’industria aerospaziale per la redazione di documentazione tecnica.

Per aspera ad astra.

Ma se rileggessi ora la mia prima traduzione sono certa che mi metterei le mani nei capelli!

 

Cresciuta in una famiglia italo-irlandese, Daniela Zambrini unisce da oltre quindici anni la sua lunga esperienza nel settore del trasporto aereo all’attività di traduttrice freelance, specializzandosi nei seguenti domini: aerospazio e difesa, trasporto aereo, nautica e logistica (IT>EN e EN>IT). Dal 2014 è associate member di STEMG, il gruppo di lavoro incaricato della manutenzione della specifica ASD-STE100 (Aerospace and Defence Simplified Technical English) il linguaggio controllato usato nell’industria aerospaziale per la redazione di documentazione tecnica..

 Sul web la trovate qui e su Linkedin

Vuoi che anche la tua storia sia pubblicata? Leggi il progetto Chi è traduttore alzi la mano e raccontaci il tuo percorso professionale.
Ti aspettiamo!

  1. Filomena Santoro ha detto:

    Bellissima storia che mi dà la forza di non mollare e realizzare il mio sogno: tradurre. Lavorare con le parole per me non è solo un sogno è una passione! Filomena Santoro

  2. Petra Haag ha detto:

    Anch’io ho dei bellissimi ricordi della “prestoria”, anni in cui scrivevo a mano la bozza della traduzione per poi scriverla a macchina (non ce l’avevo elettrica). Uno dei miei primi incarichi era una tesi di archeologia DE>IT, revisionata da madrelingua italiano. Ogni progetto andava ritirato a mano e riconsegnato a mano. Usavo molto la bicicletta e non necessitavo di palestra 🙂
    Poi è arrivato il primo pc (un IBM con due floppy disk) acquistato all’asta giudiziaria, un fax, poi il modem, l’ISDN e infine l’ADSL.
    E se devo essere sincera, nemmeno io vorrei dover rileggere quanto traducevo all’epoca.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Privacy