Chi è traduttore alzi la mano | La storia di Marta Brotto

Pubblicato il 10 Aprile 2021 alle 6:47 0 Commenti

Chi è traduttore alzi la mano – Storie di una professione

Non sempre nella vita si procede in linea retta.
L’allegro girovagare di un’appassionata di lingue che poi diventa interprete | di Marta Brotto

Era il 2004 e una sera a cena annunciai alla mia famiglia che mi sarei iscritta all’università per diventare interprete. Mi ero diplomata nel 1996 e all’epoca non ero interessata a proseguire gli studi. Cercavo la mia indipendenza ed ero attirata dal mondo. Così mi trasferii a Londra per 6 mesi dove trovai lavoro in un piccolo negozio di alimentari, un delicatessen, più o meno l’equivalente delle nostre gastronomie. Finiti i 6 mesi tornai in Italia. In quegli anni bastava schioccare le dita, dire che conoscevi l’inglese e tutti ti aprivano le porte, quindi trovai lavoro molto facilmente. Però sentivo che la mia esperienza inglese non era ancora conclusa. Avevo voglia di esplorare e conoscere più a fondo, quindi nel 1999 partii di nuovo. Questa volta mi fermai per 2 anni. Feci la commessa in un negozio di abbigliamento maschile. Una bella scuola, non solo per il mio inglese, ma anche per il mio carattere chiuso e timido.

All’epoca non sapevo ancora che avrei fatto l’interprete. La verità è che non sapevo che cosa volevo per me stessa. Mi bastava essere in un paese che adoravo, per via di tutta la musica e la lettura di cui mi nutrivo, e poter percepire il mio inglese migliorare giorno dopo giorno. Le lingue sono sempre state una grande passione per me, quindi poter essere esposta all’inglese 24 ore su 24, imparare espressioni colloquiali e slang, imparare a riconoscere i vari accenti mi faceva toccare il cielo con un dito.

Trascorsi i 2 anni, tornai in Italia ma ancora non avevo capito che il mondo dei servizi linguistici sarebbe stato il mio futuro. Era ancora abbastanza facile trovare lavoro e quindi iniziai a lavorare in azienda, ufficio acquisti. All’inizio tutto bene, ma dopo qualche mese cominciò a subentrare la noia. Andavo orgogliosa del mio livello di inglese, ma sentivo che non ne sfruttavo il pieno potenziale.

Così arriviamo al 2004, avevo 28 anni. In quell’anno sostenni l’esame di ammissione per la facoltà di Traduzione e Interpretariato di Ca’ Foscari. Fui ammessa e lì iniziò l’avventura che mi portò a imparare anche una nuova lingua e a vivere all’estero ancora per un po’. La lingua era lo spagnolo e quindi, consapevole del valore dell’esperienza inglese, preparai di nuovo la valigia e mi trasferii in Spagna per 6 mesi, questa volta con una consapevolezza diversa. Con tanti sacrifici e sempre continuando a lavorare, mi laureai nel 2007 e nello stesso anno sostenni l’esame di ammissione per la facoltà di Interpretazione di Conferenza della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Traduttori e Interpreti di Trieste, presso la quale mi laureai nel 2010. Oggi, siamo nel 2021 e quest’anno segna il mio undicesimo anno di attività come interprete e traduttrice.

Perché ti ho raccontato questa storia? Perché anche se il mio percorso non è stato lineare, oggi guardando indietro, vedo un unico filo conduttore che mi ha portata dove sono oggi. In ogni tappa del viaggio ho imparato qualcosa che mi serve oggi per conferire valore al mio lavoro.

In questi 11 anni ho aiutato imprese e professionisti a relazionarsi con il mondo, supportandoli nei loro incontri con interlocutori stranieri, nei loro convegni internazionali, nelle loro procedure di auditing, nei loro training tecnici, nei loro viaggi d’affari, traducendo la loro documentazione o i loro testi marketing.

Il valore che porto è non solo un’ottima conoscenza delle mie lingue di lavoro, che mantengo con costanti corsi di aggiornamento, ma anche la conoscenza delle relative culture che mi permette di interpretare anche atteggiamenti, reazioni, gestualità, modi di fare e abitudini. Nei testi scritti so riconoscere espressioni idiomatiche e sfumature linguistiche. Non sempre sono traducibili, ma anche quando non lo sono c’è sempre una soluzione per esprimere il concetto nella maniera più fedele possibile.

Ritengo un privilegio poter fare un lavoro così ricco e vario che ogni giorno mi permette di aiutare culture diverse a intrecciare relazioni stabili e durature.


Nata a Cittadella in provincia di Padova, ha sempre sentito un forte desiderio per l’altrove che l’ha portata a studiare le lingue e a vivere nel Regno Unito e in Spagna. Nella vita fa esperienze diverse, fino a quando nel 2004 trova la sua vocazione e si iscrive all’università. Consegue la laurea in Interpretazione di Conferenza presso la Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori di Trieste nel 2010 e, da allora opera come interprete e traduttrice con inglese e spagnolo. Nel 2017 diventa anche co-fondatrice di Officina Linguistica, realtà a metà tra lo studio professionale e l’agenzia di servizi linguistici.

Attualmente vive a Brescia. Nel tempo libero ama correre, fare trekking in montagna, viaggiare e cucinare.

Potete seguirla sul suo sito, su LinkedIn, su Facebook e su Instagram


 

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