doppioverso Reloaded | Professione traduttore editoriale

Pubblicato il 25 Luglio 2021 alle 13:04 0 Commenti

Doppioverso Reloaded | Professione traduttore editoriale

Riflessioni sul ciclo di webinar dedicato alla professione di traduttore editoriale e coordinato dalle nostre doppioverso Chiara Rizzo e Barbara Ronca.


C’era una volta doppioverso, il sito-blog dedicato alla traduzione editoriale gestito dalle traduttrici Barbara Ronca e Chiara Rizzo. I suoi post scanzonati ma profondi, incentrati sul considerare la figura del traduttore come un imprenditore a tutto tondo, ci mancavano a tal punto da aver iniziato a ripubblicarli sul sito di STL.

Ma siccome non ci bastava, abbiamo deciso di arruolare nuovamente la magica coppia Ronca-Rizzo. Il risultato è stato doppioverso Reloaded, un ciclo di sei webinar della durata di due ore ciascuno. Ogni appuntamento on line ha ospitato uno o due colleghi, che si sono confrontati con Barbara e Chiara sulla professione del traduttore editoriale e, più in generale, sulla vita da freelance.

Il ciclo si è concluso con successo lo scorso mese, lasciandoci in dono utilissime registrazioni con testimonianze, spunti formativi e risposte alle tante domande e curiosità dei partecipanti.

Noi siamo già in preda alla nostalgia, quindi abbiamo pensato di fare un riepilogo webinar per webinar, evidenziando i punti salienti di ogni incontro per stilare una sorta di vademecum del traduttore editoriale (e non solo), con tanto di parole chiave da ripetere tipo mantra!


Modulo 1 – Traduttori editoriali, strategie di risposta alla crisi

Il primo incontro del ciclo di doppioverso Reloaded ha avuto come ospite Isabella Zani, traduttrice e socia fondatrice del sindacato Strade.

Il punto di partenza è stata l’emergenza sanitaria da Covid-19. Se il 2020 si apriva con una forte ripresa del mercato editoriale, la pandemia ha presto infranto i nostri sogni e innescato una crisi non solo economica, ma anche identitaria. I traduttori che lavorano prevalentemente con l’editoria hanno dovuto fare i conti con un elemento molto destabilizzante: il fatto, cioè, di essere freelance atipici, che tendono ad appoggiarsi (se non affidarsi unicamente) ai committenti con cui si trovano bene, limitando considerevolmente la ricerca di altri clienti.

Per quanto riguarda il fattore economico, paradossalmente questa situazione emergenziale ha portato risultati notevoli da un punto di vista sindacale: realtà come Strade sono riuscite a instaurare un dialogo proficuo con il Ministero e ad assicurare ristori e riconoscimenti che prima sembravano solo miraggi.

Sul fronte della questione identitaria, invece, siamo stati costretti a combattere contro la sindrome dell’impostore o, come la chiama Amanda Palmer, la fraud police, ovvero quella sensazione che prima o poi qualcuno verrà da te per dirti che il tuo non è un lavoro vero. Prima di tutto, è importante rendersi conto che non esiste un consiglio taglia unica per tutti. Bisogna partire dalla propria individualità per formulare un piano B che ci permetta di affrontare le avversità con successo, senza dimenticarsi dell’importanza di fare rete e di coltivare i rapporti con i colleghi.

PAROLE CHIAVE: fare rete, identità


Modulo 2 – La traduzione da lingue ‘poco frequentate’

In questo secondo appuntamento Barbara e Chiara hanno coinvolto Bruno Berni, traduttore dal danese, e Barbara Delfino, traduttrice dal polacco. Siamo partiti dall’abbandonare volutamente diciture come “lingue veicolari”: è sicuramente vero che inglese e francese sono veicolari, ma anche il danese, ad esempio, lo è per le culture Inuit e la Groenlandia. Abbiamo scelto dunque di parlare piuttosto di lingue “poco frequentate”.

I colleghi che lavorano in questi territori poco esplorati difficilmente possono esimersi dal fare scouting. Dato che molti editori non parlano nemmeno queste lingue, spesso sono i traduttori a dover andare a bussare alla loro porta. Quando riescono a far breccia nel loro cuore, però, possono fare leva sulla fiducia costruita nel tempo per provare non solo a proporre titoli contemporanei, ma a costruire anche un canone; dato che molti libri contengono riferimenti a classici di una cultura che è a sua volta poco frequentata e quindi sconosciuta, è un peccato che i lettori italiani si perdano questo bagaglio culturale solo perché esiste un buco di traduzione.

Abbiamo affrontato uno dei problemi principali di questa tipologia di testi, ovvero il fatto che spesso nemmeno i revisori interni parlano la lingua, e devono quindi passare per la traduzione inglese (se esistente) o semplicemente fidarsi del traduttore. Sia Barbara sia Bruno puntano a imporsi e chiedere un editor esterno che conosca la lingua, per salvaguardare aspetti linguistici e culturali che andrebbero altrimenti perduti.

Infine, abbiamo parlato dell’importanza della diversificazione per i traduttori che si occupano di lingue a minor diffusione, almeno all’inizio della loro carriera. L’importante, però, è considerarlo sempre un lavoro a tutti gli effetti, anche se non è l’unico.

PAROLE CHIAVE: propositività, diversificazione


Modulo 3 – Traduttori e social, buone pratiche per il confronto sul web

L’ospite del terzo webinar è stata Laura Prandino. Con lei siamo partite subito dalla necessità di maturare sin dall’inizio una buona consapevolezza del mercato: chi traduce in ambito editoriale non deve mai dimenticarsi di essere un libero professionista né esimersi dall’affrontare con coscienza anche gli aspetti burocratici e finanziari del lavoro.

Saper usare le risorse presenti sulla rete è fondamentale per strutturare un percorso in grado di superare le battute d’arresto fisiologiche che tutti, prima o poi, ci ritroviamo ad affrontare. Ciascuno deve essere consapevole delle proprie doti e dei propri punti deboli, oltre a non avere paura di ascoltare chi ha più esperienza per evitare tranelli ed errori in cui altri sono già caduti.

In questo senso, i colleghi più navigati hanno la responsabilità di indirizzare i nuovi arrivati, perché l’ingenuità potrebbe danneggiare l’intera categoria. I social sono uno strumento estremamente utile per favorire questo scambio, ma come ogni medium hanno le loro regole e la loro netiquette. I consigli di Laura, molto attiva on line, sono principalmente due: parlare solo se si ha qualcosa da dire e non intervenire mai se non si conosce a fondo un argomento.

Migliorare la propria comunicazione social, insomma, permette di guadagnarsi il rispetto dell’interlocutore e costruire rapporti saldi. Un traduttore è anche imprenditore e il confronto con i colleghi sui gruppi on line consente di scambiare informazioni utili per la community con una moderazione attenta: una situazione vincente per tutte le parti in gioco.

PAROLE CHIAVE: consapevolezza, confronto


Modulo 4 – Imparare a conoscersi: tradurre i libri poco amati

Il traduttore editoriale non si ritrova a fare i conti solo con testi che ama incondizionatamente. Lo sa bene Federica Aceto (ospite di questo webinar) che ha dato una voce italiana a tantissimi scrittori da lei amati, ma anche ad autori verso i quali provava una minore affinità. Con il tempo ha imparato ad affrontare queste sfide, riconoscendone il valore.

Nel quarto modulo di doppioverso Reloaded, Barbara e Chiara hanno parlato insieme a lei della capacità di porre la propria voce invisibile al servizio di libri che non sono propriamente nelle nostre corde. Per quanto difficile, questa pratica può rivelarsi gratificante, una volta superata la ritrosia iniziale. Si è discusso della necessità o meno di apportare modifiche al testo e si è concordato sulla possibilità di farlo quando sono presenti errori che nella lingua di arrivo risulterebbero macroscopici e comprometterebbero la lettura. In ogni caso, è sempre bene discutere con il revisore prima di procedere con le modifiche.

Abbiamo discusso di quando il traduttore editoriale deve lavorare ad argomenti e terminologie che non conosce a fondo. In questi casi, è importante prendere atto della propria ignoranza (anche a livello linguistico) e rivolgersi a colleghi o esperti per colmare le proprie lacune e offrire una traduzione il più possibile corretta sotto tutti i punti di vista.

Infine, Federica, Barbara e Chiara hanno raccontato i loro metodi di lavoro, rilevandone le differenze sostanziali. Da questo confronto è emersa l’importanza di capire come ciascuno di noi traduce meglio per sviluppare un modus operandi il più possibile personalizzato ed efficace.

PAROLE CHIAVE: apertura, metodo


Modulo 5 – Sono giovane eppur lavoro! Strategie di inserimento nel mercato per giovani traduttori

Quello della traduzione non è solo “un Paese per vecchi”. I giovani traduttori, però, devono approcciarsi a questo mondo con l’atteggiamento giusto. Nel quinto appuntamento di doppioverso Reloaded, Barbara e Chiara hanno interpellato Eugenia Durante, giovane traduttrice e copywriter affermata che ci ha raccontato la sua esperienza.

Eugenia ha sottolineato l’importanza di capire sin da subito cosa non ci piace fare e quello in cui non siamo bravi, per poter poi sviluppare un percorso a noi affine. Altrettanto importante è considerarsi professionisti sin dalle prime esperienze, anche non retribuite: così facendo si imposta un metodo sostenibile nel lungo termine, che ci accompagnerà negli anni a venire.

Secondo Eugenia, una delle caratteristiche fondamentali del traduttore esordiente dev’essere la proattività. In un mondo rapido e in continuo cambiamento, non si deve avere paura di chiedere e di farsi avanti anche negli ambiti in cui non ci sono opportunità evidenti. Il web e i social possono aiutare a farci conoscere, ma bisogna utilizzarli in modo corretto, selezionando i canali giusti per noi e parlando con il tono di voce giusto agli interlocutori più svariati.

Abbiamo discusso anche di quanto siano fondamentali i rapporti tra colleghi. Segnalare ai propri clienti i professionisti giusti non è un pericolo, ma un’opportunità per diventare un punto di riferimento e offrire un pacchetto completo che va al di là dei singoli servizi che ci vengono richiesti. Dire di no non ci rende deboli, ma ci permette di selezionare la giusta clientela e ritagliarci il nostro posto nei vari mercati in cui possiamo operare.

Durante l’incontro è intervenuta anche la nostra Martine Moretti (ma quanto ci piacciono le improvvisate?!), che ha offerto qualche utile consiglio sulla SEO ai traduttori in ascolto.

PAROLE CHIAVE: proattività, versatilità


Modulo 6 – Tradurre a più mani: il cervello collettivo della cotraduzione

Le protagoniste dell’ultimo incontro sono state Valentina Daniele e Loredana Serratore, coppia “rodata” nella traduzione di diversi testi, young adult e non solo. Le due ci hanno raccontato di quanto è importante dialogare e impostare il lavoro con chiarezza quando ci si ritrova a lavorare insieme. Non conta solo l’affinità, ma anche la fiducia sul lavoro e sul metodo adottati dai colleghi.

Nei generi che richiedono una grande inventiva, come il fantasy e il young adult, la co-traduzione può rivelarsi particolarmente vincente. Se si è in due o in tre, le idee raddoppiano o triplicano; inoltre, grazie a strumenti come database, glossari e chat è possibile scambiare opinioni e risolvere problemi anche in tempo reale, oltre a rileggere e limare la traduzione altrui per facilitare il compito al revisore.

Non solo: la co-traduzione è anche un’ottima occasione per fare bottega. Sia che si lavori con un collega più esperto, sia che ci si confronti con qualcuno di pari o inferiore livello, si può imparare moltissimo. Capire come gli altri traduttori ragionano e vengono a capo di problemi di difficile risoluzione può giovare al nostro metodo e aprirci porte che altrimenti non penseremmo mai di esplorare.

Infine, la co-traduzione può essere una valida opportunità per promuovere colleghi con cui si lavora bene. Chi suggerisce traduttori giovani può favorire anche la creazione di un mercato di talenti sano e variegato: uno scambio vincente sotto ogni punto di vista, che va a vantaggio di tutta la categoria.

PAROLE CHIAVE: collaborazione, scambio


Conclusioni

doppioverso Reloaded ha raccolto le testimonianze di colleghi molto diversi tra loro. Da questo confronto sono emerse, però, caratteristiche in comune che ci possono aiutare a delineare un profilo ideale del traduttore editoriale: un professionista consapevole dei propri limiti e dei propri punti di forza, capace di zittire l’impostore e di lavorare all’insegna della propositività.

Questo freelance conosce l’importanza di fare rete con i colleghi non solo in un’ottica di collaborazione e scambio, ma anche per favorire un mercato sano e ricco di opportunità.

Chi ha più esperienza è pronto a metterla a servizio degli emergenti, che a loro volta si impegnano per informarsi e fare le domande giuste nel momento giusto sul mezzo giusto.

Con queste premesse, il vissero tutti felici e contenti ci sembra tutt’altro che un’utopia.


Credits: La foto dell’articolo è su Canva.com


Barbara Ronca – Specializzata in narrativa anglofona (ha collaborato con diversi editori indipendenti, tra cui Voland e 66thand2nd) e turismo, negli ultimi anni si è dedicata in particolar modo alla traduzione e revisione di libri, guide turistiche e siti web incentrati sui temi del viaggio (collaborando con case editrici specializzate come EDT – Lonely Planet e Taschen). Si occupa anche di editing, formazione e letture professionali. Dal gennaio del 2015 ha dato vita, insieme alla collega e amica Chiara Rizzo, al freelance duo doppioverso. È docente e coordinatrice didattica di STL dal 2014.

Chiara Rizzo, traduttrice editoriale dall’inglese e socio ordinario dell’Associazione Italiana Traduttori e Interpreti (AITI) dal 2005, è specializzata in giornalismo, web e divulgazione. Traduce saggistica per diversi editori (tra cui Mondadori, Skira, UTET e Marsilio) e ha collaborato con varie riviste, tra cui “Wired”, “Reset”, “Arab Media Report”, “VoxEurop”, traducendo articoli di attualità perlopiù legati alla politica e in particolare al contesto del mondo arabo. Si occupa anche di editing, ufficio stampa e organizzazione di eventi culturali. Dal gennaio del 2015 ha dato vita, insieme alla collega e amica Barbara Ronca, al freelance duo doppioverso. È docente e intervistatrice ufficiale di STL dal 2016.

 

 


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