NDA | Non-Disclosure Agreement

Pubblicato il 26 Giugno 2023 alle 12:35 0 Commenti


NDA | Non-Disclosure Agreement | Il vocabolario del traduttore


A cura di Sara Tirabassi


NDA

Sta per: Non-Disclosure Agreement

Cosa vuol dire: l’accordo di riservatezza (anche detto ‘di non divulgazione’, ‘di confidenzialità’ o ‘di segretezza’) è un contratto a tutti gli effetti stipulato per impedire la libera diffusione delle informazioni riservate che vengono scambiate fra agenzia di traduzioni e traduttore nel corso della collaborazione.


Ci siamo, qualcuno vuole affidarci il primo lavoro! Siamo in trepidante attesa e finalmente vediamo comparire la prima e-mail carica di documenti. Ma tra gli allegati c’è lui, l’NDA, che spaventa sempre un po’, sia per l’aria ufficiale, sia perché spesso è scritto in puro burocratese.

L’NDA nasce per tutelare i clienti: che siano clienti diretti o agenzie, entrerete probabilmente in possesso di comunicati stampa, avvisi di richiamo o risultati clinici non ancora pubblicati, oppure di contenuti riservati come analisi del mercato e della concorrenza. L’azienda (o l’agenzia di traduzioni, se fa da tramite) deve coprirsi le spalle da questo punto di vista.

Quando si collabora con intermediari come le agenzie, capita però che l’NDA non si limiti a definire i vincoli di non diffusione di dati e documenti ma contenga anche ulteriori clausole, più prettamente inerenti alla collaborazione. In ogni caso, regolamentare la collaborazione è sempre una buona prassi, che tutela entrambe le parti e fa chiarezza sulle nostre responsabilità.

Nell’NDA accorpato al contratto di collaborazione dovrebbero essere definiti alcuni punti chiave:

  • Natura della collaborazione: i diritti e i doveri delle due parti. Alcuni esempi: la possibilità di accettare o declinare ogni progetto, le modalità di fatturazione (mensile o per singolo progetto), la disponibilità a videochiamate o l’uso di servizi cloud.
  • Responsabilità del traduttore: in genere la responsabilità verso il cliente finale ricade sull’agenzia, mentre possono essere previste penali se il traduttore viola l’accordo (ad esempio in caso di consegna in ritardo). È importante che ogni penale sia esplicitata, idealmente insieme a un massimale (ad esempio il compenso per il lavoro in questione).
  • Clausola di non competizione: è molto comune chiedere al collaboratore di non ‘rubare’ clienti all’intermediario, ma non si tratta di una clausola obbligatoria. In genere l’agenzia specifica la durata di validità del contratto e impone al traduttore di non lavorare per i clienti finali seguiti tramite l’agenzia, almeno per un certo tempo dopo la cessazione della collaborazione (ad esempio, per un anno).
  • Tribunale di riferimento nel caso di contestazioni legali.

L’NDA non deve spaventare: è necessario a noi e al cliente, e sancisce l’inizio della collaborazione.

È però fondamentale vincere la pigrizia e leggerlo per intero, chiedere chiarimenti sulle clausole che non capiamo ed eventualmente proporre qualche modifica se la riteniamo necessaria. I nostri clienti sono in tutto il mondo e non è detto che ovunque la legge ci tuteli come quella italiana o europea: leggere i contratti è fondamentale per non trovarsi in situazioni spiacevoli da cui può essere difficile uscire.

Infine, firmiamo l’NDA solo se siamo pronti ad accettare le condizioni proposte: può anche capitare di dover dire di no.


Come sempre, se avete domande o considerazioni, scrivetecele pure nei commenti qui sotto.


Credits: La foto dell’articolo è su canva.com

 


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Privacy