OOS e IS | Out Of Scope e In Scope

Pubblicato il 17 Agosto 2023 alle 9:55 0 Commenti

Il vocabolario del traduttore | OOS e IS


A cura di Sara Tirabassi


OOS e IS 

Sta per: Out Of Scope (OOS) e In Scope (IS)

Cosa vuol dire: “OOS” indica segmenti, file, documenti o parti del testo che vanno esclusi dal lavoro di traduzione/revisione; “IS” indica invece il testo su cui va eseguito il lavoro.


Leggendo le istruzioni di un incarico, possiamo incappare negli acronimi OOS e IS associati a segmenti, file o parti del testo, ad esempio “Capitolo 3 OOS”, “Segmenti 1-50 OOS” o “Ripetizioni OOS”. OOS significa ‘fuori dallo scope’. “Scope” è un termine che in inglese ha molti significati: quello che ci interessa è (dall’Oxford Dictionary) “the range of things that a subject, an organization, an activity, etc. deals with”, ovvero tutto ciò su cui lavora un soggetto, un’organizzazione, un’attività. In sostanza, se riceviamo un testo da tradurre con una parte IS e una parte OOS, la parte in scope è quella che dobbiamo tradurre, mentre la parte out of scope non dobbiamo toccarla.

Perché un cliente può voler escludere una parte del testo? Le possibilità sono diverse:

  • Paragrafi già tradotti: ad es. se si aggiorna un manuale inserendo nuove sezioni.
  • Una parte del testo viene gestita diversamente: ad es. le tabelle coi codici dei prodotti in fondo a una brochure possono essere dichiarate “OOS per la traduzione”.
  • Il progetto viene suddiviso tra più traduttori: il project manager specificherà i segmenti IS oppure OOS per ciascun traduttore.
  • Una parte del testo non sarà pubblicata perché contiene informazioni che non si applicano al mercato italiano.
  • Il testo è molto ripetitivo e il cliente vuole risparmiare qualcosa evitando di pagare il traduttore per rileggere le ripetizioni. Ad es. i manuali di tre modelli di bilancia da cucina possono differire solo  per un paragrafo relativo ad alcune funzionalità.

Quest’ultimo punto apre un discorso spinoso: sappiamo bene che a volte le ripetizioni possono richiedere delle modifiche, ma il cliente non sempre se ne rende conto. Vediamo un paio di casi problematici.

Primo caso: un avviso come “Non caricare più di 5 kg sulla bilancia” può comparire in punti del testo diversi: come frase in un paragrafo, oppure preceduto da “Attenzione:”. In inglese sarà una ripetizione esatta, ma in italiano serve la minuscola dopo i due punti. Se notiamo situazioni di questo tipo con ripetizioni OOS, possiamo segnalare che le ripetizioni vanno incluse IS o che questi aspetti vanno corretti durante l’LSO.

Secondo caso: un catalogo con prodotti (tavolo, sedia, mensola, pensile, ecc.) seguiti da aggettivi come “white”. Possiamo trovare soluzioni che funzionano per ogni prodotto, ad esempio “Rivestimento bianco” o “Colore: bianco”. Se però il catalogo è in parte già tradotto con aggettivi semplici, dovremo adeguarci e accordare tutto (“tavolo bianco”, “sedia bianca”, ecc.). Segnaleremo il problema e le possibili soluzioni.

È importante ricordare che i segmenti e i paragrafi dichiarati OOS non vengono pagati. Se è necessario correggerli segnaliamo la cosa ma aspettiamo sempre una conferma prima di toccarli, per non rischiare di lavorare gratis.

Gestire i segmenti OOS non è sempre semplice: a volte non ci ricordiamo quali segmenti abbiamo compilato noi perché non tutti i CAT lo segnalano. Dobbiamo quindi giocare d’anticipo: usiamo i filtri dei CAT per isolare le diverse categorie di segmenti OOS e usiamo la funzione di blocco segmenti. Potremo così iniziare il lavoro sul file con la certezza che il software non ci permetterà di modificare i segmenti OOS.


Domande? Considerazioni? Casi da segnalare? Siamo all’ascolto! Scriveteci pure nei commenti qui sotto.

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Credits: La foto dell’articolo è su canva.com

 


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