Questione di lingue: Pisa e Livorno

Pubblicato il 3 Aprile 2016 alle 9:00 0 Commenti

di Laura Baldini

Una rivalità che ha origini antiche quella tra Pisani e Livornesi. Le radici di questa antipatia possono addirittura essere rintracciate nel Tredicesimo secolo quando la flotta pisana venne sonoramente sconfitta da quella genovese alla Meloria, al largo di Livorno: fu l’inizio della decadenza della Repubblica Marinara di Pisa e l’inizio dell’ascesa livornese. Livorno da modesto villaggio di pescatori diventa il principale porto della Toscana e da allora tra le due città non è più corso buon sangue.

Oggi questa atavica antipatia si è tradotta in sfottò di vario tipo, costante e reciproco, basti pensare al Vernacoliere, i cui titoli di punta mirano proprio al dileggio dei Pisani, al cantautore livornese Bobo Rondelli o al gruppo pisano dei Gatti Mezzi che spesso interloquiscono con il loro pubblico sfottendo l’uno il popolo pisano e gli altri, ovviamente quello labronico. Assai note anche le colorite scritte sui muri che non si limitano a vivacizzare le facciate locali ma che si sono spinte addirittura oltreconfine: se ne trovano tracce in Inghilterra e in Spagna, ma forse la più famosa è in Croazia, dove sotto il cartello che dà il benvenuto nella cittadina di Pisak qualche buontempone ha apposto la scritta “merdak”, un classico direi…

Ora, a dispetto di chi vorrebbe vedere Pisa e Livorno divise in tutto e per tutto, arriva la singolare idea del Professor Fabrizio Franceschini, del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa di tenere un corso di storia della lingua italiana dal titolo “Pisa e Livorno, una storia linguistica: venti testi e nove varietà lungo un millennio”.

Riuscirà la lingua a unire ciò che la storia ha diviso? A riguardo, vi consigliamo di leggervi l’interessante intervista che Barbara Baroni ha fatto proprio al Professor Franceschini.

>LEGGI L’INTERVISTA


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