Social media marketing | STL intervista Gaetano Torrisi

Pubblicato il 11 Aprile 2016 alle 6:41 1 Commento

di Laura Baldini

Sei consulente e formatore in marketing e comunicazione, insegni Comunicazione d’impresa e Marketing presso l’Università di Siena, hai lavorato come junior account presso un’importante agenzia pubblicitaria e come addetto marketing e responsabile della comunicazione presso alcune grandi aziende. Come ama presentarsi un esperto di comunicazione? Quali sono, cioè, gli aspetti lavorativi o personali che ti preme evidenziare?

In questo periodo storico credo che nella valutazione di una figura professionale come la mia interessi l’esperienza su diversi settori merceologici. Essere specializzati in un mercato, conoscerne le dinamiche e gli attori è sicuramente importante, ma sto notando che esistono dei precisi vantaggi nell’avere un’eredità professionale multisettoriale, soprattutto se il cliente è alla ricerca di contenuti, linguaggi, strumenti e più in generale idee innovative. Chi opera nel marketing oggi deve avere una buona dote di pensiero laterale, la capacità di scorgere le varie dinamiche comportamentali in atto nella società (sia pure in modo empirico, non potendo avvalersi degli strumenti della ricerca sociale).

Cosa vuol dire oggi fare social media marketing?

Significa essere disposti a presentare pubblicamente una parte importante di se stessi, delle proprie passioni, del proprio modo di vedere le cose, in un certo senso anche del proprio carattere. Ultimamente ho cominciato a riflettere sulla correlazione esistente tra una presenza ottimale sui social e l’immagine percepita del professionista che li sta utilizzando. Quando l’obiettivo non è promuovere un’azienda ma una persona, concetti come personal branding, digital PR, emotional comunication, engagement, storytelling finiscono tutti per portare un professionista a raccontarsi, a parlare di sé e a farlo in modo autentico. Se non hai la bravura di uno scrittore (che sa caratterizzare bene un personaggio di fantasia facendolo evolvere nel tempo) i social ti impongono di parlare di te, mostrando sempre di più. Perché quando ci avviciniamo ad un profilo ci incuriosiscono i contenuti, ma ci appassionano le persone.

Quali sono, secondo te, i canali più consoni da utilizzare per un freelance che voglia lanciare la sua attività, e quali sono i social media che utilizzi di più?

Alla luce di quanto ho appena detto non credo che ci sia un social più adatto di un altro, se l’obiettivo fosse di lavorare con migliaia di clienti forse, ma immaginando che un’azione social possa già ritenersi efficace se contribuisce ad avere contatti utili con 10-20 clienti l’anno direi che il vero punto è: qual è il social che più mi rappresenta (per linguaggio, tipo di interazione, utente medio, ecc.)? Per quanto mi riguarda ho avuto la fortuna di avviare la mia attività 18 anni fa, e ciò che oggi mi fa sviluppare nuove collaborazioni sono i rapporti umani, quelli nati durante un’occasione professionale o, come è stato per STL, durante un incontro tra amici. È comunque importante verificare che chi sta cercando informazioni sul nostro conto le possa trovare in modo esaustivo. Linked-in è un alleato preziosissimo, e se stessi avviando adesso la mia attività punterei su un buon sito personale, un blog ben tematizzato una presenza web costante, soprattutto partecipando a discussioni su community specifiche ma non troppo, dove poter sviluppare collaborazioni con colleghi e trovare clienti.

Nel corso che terrai per STL spiegherai, tra le altre cose, cosa significhi adottare un approccio di marketing nella promozione di se stessi e del proprio business e quali siano le migliori strategie per vendere efficacemente un servizio e per attuare una corretta profilazione del target verso cui rivolgere la comunicazione. Per un traduttore, un interprete o, comunque, un freelance in generale, è infatti fondamentale pubblicizzare se stesso e il proprio lavoro tramite la rete. Quali sono gli errori più comuni e evidenti che hai modo di riscontrare in questo tipo di pagine o di blog?

Manca un progetto chiaro: ciò che accade più spesso è che prevale la logica del parlare a tutti anziché selezionare i contenuti, il linguaggio e lo stile in funzione di una precisa tipologia di cliente o di bisogno. Mi succede di guardare una pagina, un profilo o un canale e non riuscire a cogliere alcun tratto che mi faccia arrivare un’emozione o comunque un elemento di unicità della persona che lì viene rappresentata. Pensate a certi format come X-factor o Italia’s got talent, cosa pensano i giudici di un interprete ben intonato e tecnicamente preparato ma dal timbro poco originale?

C’è un’azienda che, secondo te, ha condotto una campagna di comunicazione controproducente e alla quale daresti volentieri un consiglio per cambiare strategia?

Senza dubbio Melegatti. Ha inanellato una serie di errori grossolani e ancora adesso fatica a riprendersi. È stato scritto tanto su questo caso, invito chi ci legge a fare una piccola ricerca in autonomia, questo è un buon esempio di ciò che ci siamo detti prima a proposito dell’essere autentici. Da questo punto di vista i social non perdonano.

Gaetano Torrisi sarà nostro docente al corso on line ‘Il marketing digitale dei servizi di traduzione: l’importanza di un approccio strategico’, che si terrà il 17, 19, 24 e 26 maggio 2016 dalle ore 18.15 alle 19.45.

Le iscrizioni al corso sono già aperte, c’è la possibilità di iscriversi a tariffa ridotta fino al 27 aprile. Per informazioni scrivere a stl.formazione@gmail.com oppure telefonare al 347 3972992.

Vi aspettiamo!

  1. Roberta Toppetta ha detto:

    Il corso sembra molto interessante e spero di riuscire a seguirlo.
    A proposito della Melegatti e del branding, ho trovato un articolo illuminante: http://brandpositioningitalia.com/melegatti-puo-essere-salvata-mentre-distrugge-il-suo-brand/


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