STL intervista Valentina Daniele
Pubblicato il 9 Marzo 2016 alle 11:00 0 Commenti
Laura Baldini intervista Valentina Daniele, traduttrice di oltre un centinaio di titoli fra letteratura per ragazzi, commercial women’s fiction e saggistica per Salani, Piemme, Mondadori, Feltrinelli, Ponte alle Grazie. Tra i”suoi” autori ci sono Terry Pratchett, Lemony Snicket e Lauren Weisberger.
Buona lettura!
Valentina, nella tua carriera hai tradotto tantissimi libri. Molte anche le tipologie in cui ti sei cimentata e molti e diversi i lettori a cui questi stessi libri sono indirizzati: narrativa di genere, saggi, giochi, fantasy, libri per bambini, “young adults” e adulti. Partiamo, allora, da una domanda alla quale risponderai, anche praticamente, nel corso che terrai a Pisa il prossimo 19 marzo. Quali sono le considerazioni e le scelte che deve fare un traduttore rispetto al linguaggio da usare?
La prima considerazione da fare è sempre quella sul contesto e sul pubblico di riferimento. Se si parla, ad esempio, di libri per bambini è quello il primo aspetto su cui concentrarsi, indipendentemente dal genere letterario. Poi, per quanto mi riguarda, la regola più importante quando si traduce per bambini è: non cedere mai alla tentazione di addolcire, smussare le asprezze, introdurre leziosità che per i bambini-lettori sono incomprensibili. Un bambino si guarda le mani e pensa che siano mani, non manine. Poi, come sempre, ogni libro è un mondo a sé.
Ti viene lasciata più libertà, da un punto di vista terminologico, sui libri per bambini o sui libri per gli adolescenti?
Qui c’è da fare una premessa importante. Esiste una forma di censura nell’editoria per bambini e ragazzi, e non è improbabile che un traduttore si senta dire che un termine è troppo volgare e non va bene, anche se nell’originale è molto peggio. Naturalmente questo accade più spesso con i libri per adolescenti o preadolescenti. In generale nei libri per bambini si percepisce una maggiore libertà espressiva negli autori stessi. È come se, con l’aumentare dell’età del pubblico di riferimento, le leggi del mercato imponessero un appiattimento dei temi e del linguaggio che non giovano a nessuno e che si riflettono ovviamente anche sul lavoro di traduzione.
Il fantasy, si sa, è un genere nel quale l’autore usa spesso inventare di sana pianta parole o utilizzare ibridi linguistici. Per riprendere una delle frasi che presentano il tuo corso, quando si traduce un fantasy, con quali problematiche ci si imbatte nel dover far parlare draghi, elfi e personaggi fantastici?
I personaggi non umani possono addirittura creare meno problemi degli altri, perché spesso sono caratterizzati in modo molto preciso e questo aiuta il lavoro di traduzione. Se usano linguaggi ibridi naturalmente c’è da divertirsi, ma anche in quel caso le insidie possono essere tante: se il libro ha delle illustrazioni, per esempio, quelle possono rappresentare allo stesso tempo un aiuto e un grosso limite. Se il personaggio ha un nome parlante, la nostra scelta non potrà contraddire quello che i lettori vedono nell’illustrazione.
Ti è mai capitato di confrontarti con l’autore del libro che stavi traducendo per consultarti su una scelta linguistica o su un registro da usare? Hai qualche aneddoto da raccontarci?
Il più bello è un non-aneddoto e non potrebbe essere altrimenti, visto il personaggio. Anni fa ho conosciuto Daniel Handler alias Lemony Snicket e la sua editor; se non ricordo male erano usciti solo i primi due o tre volumi di Una Serie di Sfortunati Eventi e lui non era ancora irraggiungibile come adesso. Naturalmente ho provato a fargli qualche domanda sui nodi più critici, ma la risposta era sempre “It’s just for fun”. Nemmeno lui, all’epoca, aveva la più pallida idea di cosa volesse dire V.F.D., la sigla misteriosa che perseguita gli orfani Baudelaire. Avrei voluto chiedere tante cose a Terry Pratchett, ma forse è meglio che non l’abbia fatto perché avrei temuto molto il suo giudizio!
Nel tuo tempo libero quali sono le tue letture preferite? Che libro hai sul comodino in questo momento?
Nel tempo libero di solito leggo qualcosa di completamente diverso da ciò che sto traducendo: ora che ho appena finito di tradurre un bellissimo libro di Jonathan Stroud, il secondo volume della saga di Lockwood & Co., sto leggendo Carol di Patricia Highsmith nella traduzione di Hilia Brinis; pochi giorni fa ho finito Casa d’altri di Silvio D’Arzo.
C’è un inedito in Italia che desidereresti ardentemente tradurre?
Vorrei tanto che non si interrompesse la pubblicazione dei romanzi di Terry Pratchett su Mondo Disco.
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