T9N, L10N, I18N, G11N | Traduzione e localizzazione

Pubblicato il 25 Febbraio 2024 alle 9:47 0 Commenti


IL VOCABOLARIO DEL TRADUTTORE  T9N, L10N, I18N, G11N_parte 1_Traduzione e localizzazione


A cura di Sara Tirabassi


T9N, L10N, I18N, G11N

Stanno per: translation (T9N), localization (L10N), globalization (G11N) e internationalization (I18N

Cosa vuol dire: si tratta di abbreviazioni che permettono di indicare in modo sintetico alcuni importanti settori relativi ai servizi linguistici e di comunicazione in generale. La prima e l’ultima lettera dell’abbreviazione restano quelle del termine originale, ma tra le due si interpone un numero, che corrisponde al numero di lettere mancanti. Per esempio, “internationalization” è un termine composto da ben 20 lettere; se teniamo la prima (I) e l’ultima (N) sappiamo che in mezzo ce ne sono altre 18: ed ecco che lo abbreviamo con I18N.

No, non state iniziando a dare i numeri per il troppo lavoro! Le abbreviazioni al centro di questo articolo non sono i soliti acronimi e contengono anche qualche cifra. Servono a rappresentare in modo sintetico ambiti e operazioni che sono all’ordine del giorno per chi si occupa di servizi linguistici: traduzione (T9N), localizzazione (L10N), internazionalizzazione (I18N) e globalizzazione (G11N). Se incontrate questi strani glifi in qualche annuncio di lavoro ora siete in grado di decifrarli, ma resta ancora da vedere cosa indicano questi quattro termini e come si differenziano gli uni dagli altri.


T9N: la traduzione

Noi traduttori la conosciamo bene, no? È quello che facciamo ogni giorno: prendere un testo scritto in una lingua e riscriverlo in un’altra lingua, preservandone contenuti, tono di voce, adeguatezza, ecc. Questo significa che spesso interveniamo anche con qualche adattamento quando lingua di partenza e lingua di arrivo non corrispondono.

L10N: la localizzazione

Qui iniziamo a maneggiare qualcosa di più spinoso. Spesso si pensa che la localizzazione non sia altro che la traduzione di testi in ambito informatico, ma in realtà coinvolge tutti quegli interventi che permettono di adattare un testo a un pubblico e una cultura di arrivo specifici. Possiamo dire che si tratta di una traduzione in cui è necessario adattare e a volte modificare il contenuto, oppure rispettare dei vincoli presenti nella cultura di arrivo ma non in quella di partenza.

Sicuramente l’informatica è un settore che offre molti esempi. Pensate al vostro PC: nell’angolo dello schermo vedete la data nel formato giorno/mese/anno che utilizziamo in Italia, l’orario nel formato 24 ore e il calendario con giorni e mesi in italiano; se poi acquistate una app vedete il prezzo in euro, ecc. Questi sono tutti elementi di localizzazione.

La localizzazione è legata non solo alla lingua di arrivo, ma anche al mercato di arrivo, quindi al luogo effettivo in cui il testo verrà utilizzato. Tradurre qualcosa in italiano è un conto, localizzarlo per l’Italia o per la Svizzera è diverso: anche se le due varianti linguistiche sono molto vicine, ci sono strutture e meccanismi sociali e culturali molto diversi di cui tenere conto nel processo di localizzazione. O, ancora, sarà diverso tradurre semplicemente in un inglese comprensibile a livello internazionale oppure localizzare per il Regno Unito o per il Canada.

Inoltre, a volte la localizzazione coinvolge anche simboli e immagini: per esempio, il bianco per noi è simbolo di purezza o libertà, mentre in alcune regioni orientali è il colore del lutto. E non si salvano nemmeno gli emoji: 👌, che per noi è un innocente simbolo di “OK” ma in Brasile è un insulto e negli USA viene usato ormai da alcuni anni come simbolo dell’estrema destra suprematista, tanto che l’ADL lo ha inserito nel suo elenco dei simboli di odio.

Per tirare le fila, possiamo dire che la localizzazione non è solo la trasposizione di un messaggio in una lingua, ma la trasposizione dell’esperienza di chi usufruisce del testo, e deve tenere conto di più variabili: dal contesto geografico del destinatario al suo retroterra culturale.

Nota: ringrazio Elena Pasini per l’aiuto nella stesura dell’articolo.


Come sempre, se avete domande o considerazioni, scrivetecele pure nei commenti qui sotto. Per chi vuole approfondire, a partire dal 29 febbraio saremo in aula con Elena Pasini, per il suo corso on line di introduzione alla localizzazione.


Credits: La foto dell’articolo è su canva.com

 


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