Traduttori si diventa: la traduzione editoriale – Intervista a Barbara Ronca

Pubblicato il 13 Aprile 2015 alle 17:30 0 Commenti

In vista del nostro corso on line, ormai prossimo, dedicato agli aspiranti traduttori editoriali, abbiamo cominciato ad intervistare i docenti, per permettervi di conoscerli e avvicinarvi tramite le loro parole agli argomenti che saranno affrontati.
Cominciamo con Barbara Ronca, che aprirà e chiuderà il ciclo di webinar e vi guiderà durante tutto il percorso.
Alcuni dei nostri allievi la conoscono già, essendo nostra docente da diverso tempo. Ve la presentiamo di nuovo, ringraziando lei per la consueta disponibilità e augurando a voi buona lettura!

Per cominciare: perché un giovane, magari fresco di laurea in traduzione specialistica, dovrebbe frequentare un corso come quello proposto da STL?

Avere una laurea in traduzione è un ottimo punto di partenza per un aspirante traduttore editoriale, ma potrebbe non essere sufficiente per inserirsi nel mercato del lavoro.
E questo per tre ragioni principali: per prima cosa, la preparazione universitaria è a volte lacunosa rispetto ad alcuni nodi fondamentali che permettono allo “studioso di traduzione” di diventare “traduttore editoriale”; ad esempio l’aspetto contrattualistico, fiscale, legale sono spesso trascurati durante le lezioni universitarie, ma svolgono un ruolo centrale nella vita di un professionista che lavorerà perlopiù come freelance.
In secondo luogo, il mercato editoriale è una realtà piuttosto complessa e non sempre trasparente, che quindi è meglio conoscere un minimo “dall’interno”.
Infine, quello del traduttore editoriale è un mestiere artigianale, e quindi il modo migliore per apprenderne i segreti è fare bottega con “artigiani” più esperti.

Ti occuperai, nei vari moduli del corso, di alcuni aspetti legati alla traduzione in rapporto al mondo editoriale: quanto è importate per un aspirante traduttore avere una visione a 360 gradi della realtà che circonda il suo potenziale lavoro? In altre parole: perché ritieni sia necessario conoscere, per esempio, i processi che regolano la filiera editoriale o sapere come funziona lo scouting?

Come dicevo prima, questa conoscenza è necessaria perché il mercato in cui si inserisce l’aspirante traduttore ha peculiarità e meccanismi specifici, che non possono essere sottovalutati. A volte sono meccanismi a virtuosi (e allora sapere come collaborare al meglio con gli altri attori della filiera, come revisori o correttori di bozze, rende il lavoro più agevole per tutti), a volte un po’ meno: in quel caso conoscere quel mondo e disporre degli strumenti per inserirvisi senza mostrarsi sprovveduti (ad esempio imparando come utilizzare a proprio vantaggio le proposte di traduzione e quindi come si fa scouting) consente al traduttore di avere una maggiore consapevolezza, e dunque una maggiore forza contrattuale, nel confronto con il committente.

Oggi si parla molto di marketing e personal branding: come può servirsi di questi strumenti un aspirante traduttore?

Può utilizzarli usando la rete come vetrina virtuale delle sue competenze, ad esempio forzando un po’ la mano alla consolidata pratica del sito personale, sfruttando i blog, YouTube, i vari canali social, creando quindi contenuti originali che trascendano il semplice curriculum.
La presenza del traduttore in rete non è più solo un requisito imprescindibile per farsi vedere dai committenti (che non useranno più le pagine gialle per scovare un potenziale collaboratore, questo è lampante), ma è anche un’opportunità per crearsi un’immagine unica: per essere il “delfino rosa”, l’unicorno, nella propria nicchia di mercato, diventando quindi più visibili e più efficaci.
Ed essere visibili nel mare magnum degli aspiranti traduttori (ci sono molti modi per ottenere lo scopo, come vedremo) significa necessariamente avere più chance di lavorare; e di lavorare a condizioni favorevoli, che è la cosa più importante.

Barbara Ronca si è laureata in letterature comparate e studi post-coloniali all’Università La Sapienza di Roma, con una tesi sulla letteratura della migrazione. Da sempre appassionata di “narrativa della distanza”, ha completato il suo percorso con un Master in Comunicazione e Cultura del Viaggio e alcuni corsi di traduzione. Ha iniziato a lavorare nell’editoria come redattrice, editor e traduttrice, e negli ultimi anni si è dedicata in particolar modo alla traduzione e revisione di libri, guide turistiche e siti web incentrati sui temi del viaggio (collaborando con case editrici specializzate come EDT – Lonely Planet e Taschen); nel frattempo ha continuato a tradurre narrativa anglofona per diversi altri editori, tra cui Voland, 66thand2nd, Isbn. Collabora con STL dal 2014.


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