L’hashtag va bene con tutto? | Italiano Corretto

Pubblicato il 24 Febbraio 2016 alle 9:24 0 Commenti

Era partito come semplice simbolo sulla tastiera del telefono, e il più delle volte non sapevamo nemmeno che farcene. Oggi l’hashtag – il “cancelletto” – imperversa su tutti i canali social, in pubblicità e nel nostro parlare quotidiano (avete presente l’esilarante video con Jimmy Fallon e Justin Timberlake protagonisti di una conversazione surreale a tema? Se non lo avete mai visto dategli un’occhiata qui, fa morire dal ridere), ma la sua storia è relativamente recente.

A introdurlo è stato nel 2007 Chris Messina,  avvocato, consulente ed ex UX Designer di Google, che lo usò per la prima volta con l’intento di raccogliere conversazioni riguardanti BarCamp, una rete internazionale di non conferenze aperte relative alle tecnologie e al web. Il suo intento, stando a quanto da lui stesso dichiarato, era quello di migliorare ricerca, fruizione e tracciamento di contenuti relativi a uno stesso argomento in particolare su Twitter, consentendo di monitorare gli ambiti di nostro interesse per andare a inserirsi nelle conversazioni e avere accesso anche ai tweet rilevanti di profili che non seguiamo.

Non tutti però riservarono all’hashtag l’accoglienza che meritava, al punto che lo stesso Evan Williams, uno dei padri fondatori del servizio di microblogging, lo etichettò all’epoca come troppo tecnico, e quindi non adatto ai suoi utenti. Da allora in effetti si è preso la sua vendetta, spopolando ovunque senza causa apparente.

Ma quali sono le ragioni di un tale successo? E soprattutto perché dovremmo interessarcene in riferimento all’evoluzione della nostra lingua viva?

Un approfondimento da leggere fino in fondo sul sito di Italiano Corretto.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Privacy