Pisa Book Festival 2014 – Spazio al mondo della traduzione

Pubblicato il 14 Novembre 2014 alle 11:42 0 Commenti

Di Chiara Serani

Anche quest’anno, come di consueto, il Pisa Book Festival ha dedicato ampio spazio al mondo della traduzione e ai suoi protagonisti e operatori, offrendo agli interessati diversi seminari, incontri e laboratori di formazione e aggiornamento. In particolare, l’intera giornata del 9 ha visto lo svolgersi del Translation Day, organizzato e curato dal PBF Centre for Translation, uno spazio professionale nato nel 2011 e rivolto a quanti si occupino, a vario titolo, proprio di traduzione. Ideatrice e cuore pulsante del centro è Ilide Carmignani, una delle maggiori traduttrici italiane dallo spagnolo (fra i tanti grandi autori cui ha prestato e presta la voce ci sono Roberto Bolaño, Jorge Luis Borges, Julio Cortázar, Carlos Fuentes, Gabriel García Márquez, Pablo Neruda, Arturo Pérez-Reverte e Luis Sepúlveda).

Franca Cavagnoli – Laboratorio di traduzione letteraria

Nella giornata del 7 proprio Ilide Carmignani ha aperto gli eventi improntati alla formazione e all’aggiornamento, e organizzati dalla fiera del libro indipendente, tenendo un seminario teorico introduttivo ai successivi workshop di traduzione, curati rispettivamente dalla stessa Carmignani e da Franca Cavagnoli, altra grande traduttrice italiana (ha tradotto, fra gli altri, J.M. Coetzee, Nadine Gordimer, Katherine Mansfield, Toni Morrison e V.S. Naipaul) nonché autrice del fortunato volume “La voce del testo. L’arte e il mestiere di tradurre” (Feltrinelli, 2012). Il primo workshop è stato dedicato ad alcuni autori di ambito ispanoamericano per indagare le varianti linguistiche fra Cile, Messico e Argentina, mentre il secondo alla letteratura americana, “tra epoche, culture, registri e usi della lingua profondamente diversi”.

L’attività è poi proseguita, appunto, nella giornata del 10, un Translation Day veramente ricco di appuntamenti importanti per discutere e confrontarsi sulla realtà contemporanea della traduzione italiana (e non solo).

Susanna Basso - Translation Day

Susanna Basso – Translation Day

Ad aprire i lavori Susanna Basso, che ha presentato un paper dal titolo “La passione impressa”, dedicato al suo rapporto con la scrittura di Alice Munro, autrice canadese e premio Nobel per la letteratura nel 2013: un rapporto durato ben dodici anni e non sempre facile, soprattutto per la discrepanza nei tempi di pubblicazione delle opere della Munro in Canada e in Italia. La traduttrice ha raccontato le sue difficoltà nell’affrontare certe raccolte giovanili della scrittrice dopo aver già fatto esperienza del suo stile recente – decisamente mutato rispetto agli esordi – e dovendo quindi compiere un percorso a ritroso, dalla scarnificazione linguistica della scrittura munriana più matura alla pienezza del suo tratto giovanile. Durante questo lungo lavoro, che ha fatto di lei un punto di riferimento internazionale per quanto riguarda la traduzione delle opere della Munro, la Basso si è spesso sentita “in fuga” – per citare il titolo di un’opera della canadese del 2004 (Einaudi) – e nella necessità di recuperare una sua autonomia da quella “passione impressa”, soprattutto per poter affrontare altri autori e, di conseguenza, altri linguaggi, quali quelli, per esempio, di Julian Barnes, Ian McEwan e Kazuo Ishiguro, altri grandissimi nomi del panorama letterario contemporaneo nel curriculum della traduttrice torinese

Translation day

A seguire, Ilide Carmignani ha parlato della sua opera di traduzione di “Un certo Lucas”, romanzo anti-romanzo di Julio Cortázar pubblicato quest’anno da SUR. La Carmignani si è detta entusiasta dell’occasione avuta di tradurre per la prima volta l’autore argentino, sua grande passione letteraria fin dagli anni Ottanta, e ha illustrato lucidamente l’immane difficoltà di dover tradurre uno scrittore dei cui racconti, per esempio, ha detto che “passano dal reale al surreale come un nastro di Möbius e, come le mani di Escher, disegnano se stessi”. In particolare, oltre ad essere un’opera dalla natura inafferrabile per lo sconfinamento nei generi più diversi e il rifiuto di ogni codificazione condivisa, “Un certo Lucas” sfodera un funambolismo stilistico davvero impressionante, ricchissimo di autoremi, calembour, varianti dialettali, onomatopee, metalinguismi e invenzioni neologistiche che avrebbero messo a dura prova qualsiasi traduttore. La Carmignani ha condiviso con il pubblico alcune sue scelte traduttive, illustrandone le ragioni e dimostrando, sempre e comunque con grande umiltà, di aver superato la prova.

Rossella Berbascone - Translation Day

Rossella Bernascone – Translation Day

Terza oratrice della giornata è stata Rossella Bernascone, traduttrice, fra gli altri, di Angela Carter, Joseph Conrad, Ben Marcus, Lawrence Norfolk e Sam Shepard. In questa occasione ha parlato del suo lavoro sui libri di Jeff Kinney, autore della fortunatissima serie per bambini e ragazzi “Diario di una schiappa” (Il Castoro). La Bernascone ha ricordato come fu contattata dalla casa editrice, alla ricerca di un traduttore esperto che non fosse necessariamente uno specialista nel campo della narrativa per giovani lettori ma che ne conoscesse bene il mondo (ricordiamo che Rossella Bernascone è anche insegnante in un liceo di Torino). Dopo averci parlato dell’autore, della sua vita e del suo metodo di lavoro, la traduttrice ha spiegato la sua difficoltà nel passare, spesso, dalla narrativa per “adulti” a quella scritta da Kinney, cercando di tradurlo proprio come farebbe un bambino. La Bernascone ha anche divertito il pubblico nel raccontare il suo rapporto conflittuale con l’undicenne protagonista della serie, Greg Heffley, non sempre al centro delle sue simpatie! Infine si è dichiarata comunque molto felice di lavorare alla traduzione di Kinney, coltivando la speranza di avvicinare molti alla lettura e “certa”, ha detto, “di consegnare ai ragazzi una chiave che aprirà loro le porte ad altre e più impegnative letture.”

Dopo le esperienze di queste tre autorevoli traduttrici, abbiamo ascoltato Luisa Finocchi (Direttrice della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori) parlarci dell’interessante e lodevole progetto di “Books in Italy” (www.booksinitaly.it), uno spazio virtuale creato per promuovere l’editoria e il libro italiano nel mondo. Si tratta del primo progetto di questo tipo in Italia (laddove altri paesi europei hanno già all’attivo iniziative simili). Tra gli aspetti più interessanti del progetto vi è proprio quello legato alla traduzione: nel sito si trovano infatti pareri di lettura di esperti su opere che appaiono particolarmente adatte alla traduzione in inglese (per ora è questa l’unica lingua prevista, ma potrebbero presto esserci aperture ad altri idiomi), di cui viene fornito un saggio per allettare eventuali traduttori o editori stranieri. Il progetto è tanto più utile e interessante in quanto l’export di libri italiani nel mondo è attualmente in crescita, e va quindi sostenuto e incoraggiato in ogni modo.

poesia

B. Berni, A. Sirotti, I. Carmignani, V. Nardoni, F. Buffoni – Translation Day

La giornata dedicata alla traduzione è proseguita con una tavola rotonda composta da altri importanti nomi del panorama della letteratura e della traduzione italiana: Bruno Berni (traduttore dal danese e vincitore del Premio Hans Christian Andersen per la prima traduzione completa delle fiabe di Andersen in italiano), Franco Buffoni (illustre traduttore, poeta, saggista… e chi più ne ha più ne metta), Valerio Nardoni (traduttore di poeti spagnoli e, tra questi, di Federico Garcia Lorca) e Andrea Sirotti (traduttore di poesia britannica e postcoloniale). Si è parlato di poesia, della sua traducibilità (a partire dal noto adagio di Robert Frost, “Poetry is what gets lost in translation”) e del suo mercato (a partire, invece, dalle parole di Eugenio Montale, “se volessi essere capito da tutti non scriverei poesie”). Sono emerse posizioni diverse ma sostanzialmente unitarie sulla possibilità e finanche la necessità di tradurre poesia, nella consapevolezza di dover necessariamente sacrificare qualcosa – o il significato o il suono, per esempio – e nella certezza di poter mediare in senso trans-culturale anche la lingua poetica. Si è ricordato poi che in Italia, a differenza che in altri paesi, si legge poca poesia, e ci si è chiesti se sia colpa “della domanda” o “dell’offerta”; quel che appare chiaro, in ogni caso, è che si dovrebbe provare a incentivare sia la lettura che la pubblicazione di testi poetici, magari con antologie tematiche che avvicinino alla poesia anche i lettori più refrattari.

tavola rotonda

P. Del Vecchio, T. Guerrieri, E. Comito, I. Carmignani, M. Cassini, A. Repossi – Translation Day

L’ultimo incontro è stato dedicato alla situazione dell’editoria italiana e al ruolo del traduttore in un settore, che, a detta degli operatori, è profondamente in crisi. Sono intervenuti Marco Cassini, (SUR), Elisa Comito (Strade), Pietro Del Vecchio (Del Vecchio), Tommaso Gurrieri (Clichy) e Alessandra Repossi (AITI). Dal dialogo fra i relatori è emerso come l’editoria italiana tradizionale presenti purtroppo numeri sempre più al ribasso e subisca la concorrenza di altre forme di mercato, per esempio quello digitale e quello dell’auto-pubblicazione. Cassini, Del Vecchio e Gurrieri hanno spiegato come la situazione dei piccoli editori sia paradossalmente più difficile (per la generale scarsità di credito bancario) e più rosea (per i costi più bassi) rispetto a quella della grande editoria e come spesso la crisi attuale influisca anche sui loro rapporti con i traduttori, afflitti da una precarizzazione del lavoro che comunque interessa tutto il reparto editoriale. Elisa Comito, del Sindacato Traduttori Editoriali, ha peraltro raccontato di come certa editoria sopravviva spesso, purtroppo, ledendo i diritti contrattuali dei traduttori, e ha pertanto invitato tutti gli interessati a consultare il Sindacato in caso di necessità o anche solo per richieste di informazioni e consulenze; infine, Alessandra Repossi ha parlato dell’Associazione Italiana Interpreti e Traduttori, ricordando come la leggendaria “solitudine” del traduttore stia fortunatamente tramontando: certo, il rapporto con il testo rimane solitario e personale, ma grazie ai numerosi forum, alle mailing list e alle varie associazioni il traduttore può finalmente sentirsi parte di un mondo in continuo movimento e fatto di esperienze comuni e condivisibili.

Il quadro complessivo che è emerso in questo Translation Day sullo stato della traduzione editoriale italiana e dei suoi professionisti è un quadro sfaccettato e complesso, ora sconfortante ora entusiasmante, un quadro fatto comunque di grande passione, creatività e maestria. È stato detto da qualcuno, a un certo punto, che non tutti i traduttori letterari siano capaci, valenti e intellettualmente onesti come quelli che si sono susseguiti al tavolo degli oratori; certo, anche questo è vero, ma noi ci auguriamo che il piatto della bilancia penda sempre più verso la bravura e la competenza, e che il Pisa Book Festival continui a proporci sempre la faccia migliore di questa professione difficile e meravigliosa.

Il servizio fotografico è di Angela Stelli. Tutti i diritti sono riservati.


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